TRE GIORNI
DUE MANIFESTAZIONI
UN CAMPO BASE

I 150 anni dalla prima salita della Cjanevate da parte di Paul Grohmann sono stati l’occasione per presentare una fitta serie di eventi dedicati agli appassionati della montagna, grandi e piccini.
Storia, arrampicata e natura si sono così intrecciati nella suggestiva cornice delle Alpi Carniche.

Dopo trent'anni dall'ultima edizione storica 1988 viene anche organizzata una nuova edizione di Arrampicarnia, il raduno di arrampicata sulle falesie circostanti il Passo Monte Croce Carnico.

la cjanevate e grohmann

La Creta della Cjanevate (Kellerspitzen) è il più grande e imponente massiccio roccioso delle Alpi Carniche
Con i suoi 2769 m, si eleva ad est del M. Cogliàns dal quale è nettamente separato dal Passo dei Cacciatori. Il toponimo deriva dall’incassato e piatto vallone alla base della parete S detto “la Cjanevate” (termine dispregiativo friulano di cantina).
La prima salita alla cima avvenne il 15 luglio 1868 da parte di Paul Grohmann il quale, partendo dal ghiacciaio Eiskar con le guide Joseph Moser e Peter Salcher, riuscì a raggiungere attraverso la parete N la cresta della Cjanevate e la cima O. I primi salitori tentarono e realizzarono questa salita ritenendo che la Cjanevate fosse la cima più elevata di tutte le Alpi Carniche; solo successivamente, con più precise misurazioni eseguite da Marinelli, venne riscontrata più alta, sebbene di soli 11 m, la cima del M. Còglians.
Successivamente la cima venne raggiunta da altri alpinisti; il 29 agosto 1868 Guido e Cesare Mantica con Nicolò Silverio, salendo per la Creta di Collina e percorrendo l’intera cresta toccarono la cima scendendo poi verso N per la via Grohmann. La prima ascensione invernale fu effettuata il 27 febbraio 1899 da Graziadio Bolaffio e Julius Kugy con Pietro Samassa.

TERRE DI CONFINE

La Creta della Cjanevate (Kellerspitzen) è il più grande e imponente massiccio roccioso delle Alpi Carniche; si eleva, con i suoi 2769 m, ad est del M. Cogliàns dal quale è nettamente separato dal Passo dei Cacciatori. Il toponimo deriva dall’incassato e piatto vallone alla base della parete S detto “la Cjanevate” (termine dispregiativo friulano di cantina).
Durante la prima guerra mondiale (1915-1918) tutta la cresta, dal Passo di Volaia fino alla vetta della Creta di Collinetta, era presidiata dalle truppe italiane. L’esercito austriaco dopo diverse azioni infruttuose per impossessarsi delle sommità, tentarono di conquistare l’unica vetta non ancora presidiata: la cima della Cjanevate. Nell’agosto 1916 l’aspirante Enzenhofer rese possibile l’incredibile e con altri undici uomini ben armati ed equipaggiati, vinse la parete Nord e si sitemò a difesa della cima. Con l’arrivo dell’inverno le difficoltà dei rifornimenti li costrinse al ritiro nel sottostante ghiacciaio Eiskar, cedendo l’occupazione delle cime E ed O alle truppe italiane.
Le vette della Cjanevate e del vicino Còglians, essendo le più alte delle Alpi Carniche, hanno sempre costituito la massima attrazione per gli alpinisti e tanto più ora che i sentieri di guerra facilitano l’accesso a tutte le cime ed offrono la possibilità di godere di paesaggi e panorami grandiosi e sconfinati. Numerosissimi sono anche gli itinerari di arrampicata di ogni difficoltà su entrambi i versanti della montagna.

LE salite alla cjanevate

Scarica il pdf con le salite da non perdere tratte dalla guida “Alpi Carniche Occidentali” Ed. Alpinestudio 2018 e gentilmente concesso dagli autori Emiliano Zorzi e Saverio D’Eredità.

gli autori della guida

SAVERIO D’EREDITA’

Nato nel 1980 a Palermo, vive in Friuli dall’età di 12 anni. Ed è qui che inizia la passione per le montagne, prima percorrendole come semplice escursionista, poi gradualmente passando a percorsi più difficili e all’arrampicata. La passione per la montagna si accompagna a quella della scrittura, passione che lo ha portato a collaborare dal 2008 con il sito di Emiliano Zorzi “Quartogrado”, con il quale ha lavorato alla redazione dei due volumi dedicati alle salite di di “Quartogrado e più” sulle montagne friulane, insieme a Carlo Piovan. Ed è sempre con Emiliano e Carlo che nel 2016 dà alla luce la guida “Alpi Carniche e Alpi Giulie”, primo volune della collana “Il Grande Alpinismo sui Monti d’Italia” che si propone di continuare la tradizione delle gloriose guide “grigie”. Dal 2014, con Carlo Piovan, gestise il blog e la pagina Facebook “Rampegoni”, uno spazio dedicato alle riflessioni sul mondo della montagna, la storia dell’alpinismo e tutto ciè che riguarda il mondo verticale e le sue inesauribili storie.

EMILIANO ZORZI

Nato nel 1972 a Monfalcone e di professione insegnante, nel tempo libero ha coltivato praticamente da sempre la passione per la montagna, iniziando da bambino con facili escursioni e poi avvicinandosi alle rocce attraverso le vie ferrate e la falesia. A metà degli anni novanta ha iniziato a percorrere per hobby, le vie classiche e non di media difficoltà soprattutto nelle Dolomiti, specialmente nelle Pale. Con l’occasione della pubblicazione dei volumi dedicati al Friuli ha spostato la sua attività anche sui monti di casa. Pur non essendo un alpinista di punta o di professione, ha effettato un buon numero di ripetizioni (circa 500), molte delle quali con carta e penna nel taschino ed alcune vie nuove.
Nella sua attività di divulgazione, ha pubblicato dal luglio 2009 ad oggi ben 6 guide della collana “Quartogrado”dedicati alle Dolomiti Occidentali, Orientali e alle montagne friulane questi ultimi scritti assieme agli amici Carlo e Saverio. Nel 2016 ha pubblicato con Alpine Studio “Alpi Carniche e Giulie” insieme a Carlo e Saverio, mentre del 2018 è la nuova edizione, dedicata alle Carniche Occidentali, sempre per Alpine Studio.

IL GADGET 2018

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